Gaza o Gully?? Portmore Empire o Alliance?? In Jamaica non si parla d’altro.. La faida tra le 2 crew più famose dell’isola continua ad incendiare palchi e media con attacchi ed insulti reciproci tra i 2 principali contendenti: Mavado e Vybz Kartel. Se il primo è però abituato a calibrare le sue produzioni col contagocce, il secondo è senza dubbio uno degli artisti più prolifici dell’isola, con tutto ciò che nel bene e nel male ne consegue. Infatti, tra le innumerevoli produzioni che escono quasi quotidianamente dalla voce di “The Teacher” (come ama essere chiamato il nostro) non è sempre facile scovare la hit che lascia il segno.

Le 22 tracce dell’album in questione ne sono una dimostrazione lampante. L’artista racconta se stesso sperimentando stili e sonorità a mio giudizio non sempre vincenti. Pon di Gaza vuole essere un album autobiografico, vuole rappresentare tutto ciò che ha significato e valore nella vita di una delle star più acclamate dell’isola. Ecco quindi che nei testi troveremo riferimenti alla prigionia, alle baby mothers, agli amici ed ai nemici di Adidja Palmer (vero nome di Kartel). Piglio gangsta e autotune esagerate spesso però non aiutano ad apprezzare canzoni e testi, così come l’eccessiva sperimentazione hip hop-r’n’b delle produzioni. Degne di nota restano perciò soltanto la criticatissima “Ramping Shop” (in combo con Spice), “Versitility” (in combo con Indu), e “Like a Movie“, ovvero gli hit singles scelti per rappresentare l’album. Altri singoli da citare sono invece “Teardrops“, “What You Won’t Do for Love“, “Can’t Frame Me“, e “Yeah Though I Walk”, ovvero le tune autobiografiche che testimoniano prove, tribolazioni e trionfi della carriera di Vybz Kartel.